La razza bovina bianca modenese ha vissuto un periodo di grande prosperità negli anni ’50, quando il numero dei capi superava quota 140.000. Tuttavia, l’avvento della razza frisona, favorita dalla popolarità del Parmigiano Reggiano, ha portato alla progressiva diminuzione del numero di bianche modenesi presenti nei consorzi zootecnici delle province limitrofe.
Oggi la razza è quasi scomparsa, con solamente poche centinaia di capi rimasti registrati. La loro appartenenza alla razza non è sempre riconosciuta in modo chiaro, ma è comunque evidente il legame storico e territoriale che le bianche modenesi hanno con il territorio padano.
Questi animali, con una duplice attitudine per la produzione di latte e carne, erano un tempo anche utilizzati per il lavoro nei campi. Si crede che la razza derivi da incroci tra bovini dal mantello fromentino simili alla rossa reggiana e bovini grigi di tipo podolico.
Il latte prodotto dalle bianche modenesi è particolarmente adatto alla trasformazione in Parmigiano Reggiano e altri formaggi, grazie al suo rapporto ottimale tra grasso e proteine. Inoltre, la razza conserva un patrimonio genetico che permette una discreta crescita e una buona resa al macello. Le carni sono gustose e ben marezzate di grasso, ideali per cotture rapide.
Nonostante il declino della razza, la bianca modenese continua a rappresentare un importante patrimonio genetico e storico per la regione, testimonianza di una tradizione zootecnica radicata nel territorio padano.